Il Governo modifica i “voucher lavoro”

Il Governo modifica i “voucher lavoro”

Oggi, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha approvato, in via preliminare, un decreto legislativo con disposizioni integrative e correttive ai cinque decreti legislativi emanati in attuazione della legge delega n. 183 del 2014, cosiddetta Jobs Act.

In particolare, sul Decreto legislativo n. 81 del 2015, le due principali modifiche riguardano i voucher (lavoro accessorio). La prima novità punta a garantirne la piena tracciabilità, mutuando la procedura già utilizzata per tracciare il lavoro intermittente. La seconda modifica, esclude il settore agricolo dall’applicazione del limite imposto ai committenti imprenditori, i quali possono avvalersi di prestazioni di lavoro accessorio per compensi non superiori a 2.000 euro per ciascun committente.

A conclusione del Consiglio dei Ministri, il commento soddisfatto del Ministro Poletti: “La misura che consente una piena tracciabilità dei voucher, conferma il nostro impegno a combattere ogni forma di illegalità e di precarietà nel mercato del lavoro e a colpire tutti i comportamenti che sfruttano il lavoro ed alterano una corretta concorrenza tra le imprese”.

“Alla misura approvata oggi – ha posto in rilievo il Ministro Poletti – affiancheremo un aumento dei controlli specifici, grazie alla razionalizzazione delle attività ispettive resa possibile dalla costituzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. In caso di violazione degli obblighi di comunicazione, applicheremo la medesima sanzione prevista per il lavoro intermittente, da 400 a 2.400 euro per ciascun lavoratore per cui venga omessa la comunicazione”.

“Come per le altre norme del Jobs Act – ha concluso il Ministro – monitoreremo i risultati di questo intervento per capire se è sufficiente a riportare l’uso dei voucher ad un livello ragionevole o se saranno necessari ulteriori misure. Quello che è certo è che noi vogliamo determinare le condizioni perché crescano e si sviluppino le imprese regolari ed il buon lavoro”.